Ha riscontrato un grande successo la manifestazione promossa e organizzata a Torino da Confapi insieme alle altre confederazioni datoriali per riuscire ad orientare e influenzare le politiche nazionali per la crescita e lo sviluppo del Parse, con particolare attenzione alla TAV e alle infrastrutture. L’evento, a cui hanno preso parte numerosi imprenditori Confapi provenienti da varie parti d’Italia, si è concluso con la sottoscrizione di un documento programmatico congiunto che contiene proposte che riguardano l’intero Paese, partendo dal tema delle infrastrutture.
“Il problema dell’Italia – ha dichiarato il presidente di Confapi, Maurizio Casasco – nel corso dell’assise – non è solo la TAV, ma anche la banda larga, il terzo valico, i porti. Quanto al Governo i numeri per noi non sono quelli dei sondaggi elettorali, ma sono quelli del PIL, dell’occupazione, del costo del denaro, delle tasse, delle politiche per l’occupazione e per i giovani, degli incentivi. Stiamo pagando costi sempre più alti, senza trarre nessun beneficio. Abbiamo bisogno di leader, non di segretari di partito, come era stato indicato dal voto degli italiani che avevano chiesto flat tax, abbattimento della burocrazia, investimenti pubblici. Bisogna abbandonare le politiche assistenzialiste: il reddito è il lavoro. Perché i due leader di governo non lasciano le segreterie dei rispettivi partiti assumendosi delle responsabilità nei riguardi del Paese? Si cresce anche – ha aggiunto il presidente di Confapi – facendo crescere i consumi interni, ma i consumi e la capacità di spesa crescono con il lavoro.
Fino a prova contraria il lavoro lo crea l’industria, in particolare la piccola e media industria privata che in Italia è, a tutt’oggi, la colonna portante del nostro sistema produttivo. Ha ragione il nostro Presidente Sergio Mattarella quando dice che senza finanze solide non si possono tutelare i più deboli. Qualora volessimo considerare lo sforamento del deficit una scelta strategica, la dobbiamo finalizzare esclusivamente a investimenti mirati e produttivi, realizzando grandi opere come la TAV, la Pedemontana lombarda e piemontese, l’alta velocità Brescia-Trieste, il Terzo Valico, per fare qualche esempio. E investire per diminuire il trasporto merci su gomma, sviluppare le reti su rotaie e realizzare infrastrutture portuali e logistiche. Bisogna uscire dalla campagna elettorale. C’è una politica antindustriale in questo Paese – ha concluso Casasco – su questo bisogna lavorare”.
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